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Innovazione e ricerca
COVID-19: i vaccini dimezzano il rischio di reinfezione
Una meta-analisi sui dati di oltre 18 milioni di pazienti mostra che tra chi è guarito dopo un’infezione da coronavirus la vaccinazione permette di dimezzare la possibilità di contrarre nuovamente il COVID-19; e anche nel caso di una seconda infezione, tra i vaccinati è dimezzata la possibilità di sviluppare una forma grave della malattia
Innovazione e ricerca
Dall’intelligenza artificiale nascono “dati sintetici” per lo studio delle malattie ematologiche rare
L’Università di Bologna partecipa al progetto europeo SYNTHEMA, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative per affrontare e superare l'attuale scarsità e frammentazione dei dati disponibili su patologie rare come l'anemia falciforme e la leucemia mieloide acuta
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Prevenzione cardiovascolare: gli effetti benefici delle statine
Uno studio guidato dall’Università di Bologna mostra che questi farmaci, comunemente usati per abbassare il colesterolo, possono ridurre il rischio di infarto, di insufficienza cardiaca acuta e di mortalità non solo per i pazienti con ipercolesterolemia, ma anche tra i fumatori e per chi soffre di diabete o ipertensione
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Tumore al seno: individuata una proteina che potrebbe ostacolare le terapie ormonali
Il malfunzionamento nel citoplasma della proteina discherina potrebbe rendere la malattia più aggressiva nei tumori sensibili all’azione degli ormoni. La scoperta, realizzata da studiosi dell’Università di Bologna grazie al sostegno di Fondazione AIRC, potrebbe contribuire a individuare soluzioni terapeutiche più efficaci
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Come mitigare i rischi per la salute legati al cambiamento climatico
Il progetto europeo TRIGGER, guidato dall’Università di Bologna, analizzerà le connessioni che legano clima, salute ed ecosistemi, concentrandosi in particolare sulle aree direttamente colpite dagli impatti del cambiamento climatico: l’obiettivo è dare vita a un nuovo servizio internazionale di monitoraggio per la protezione della salute a livello globale
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L’effetto placebo? Una PANACEA: verso percorsi di formazione, linee guida e raccomandazioni a livello europeo
Guidato dall’Università di Bologna, il nuovo progetto Erasmus+ PANACEA punta ad accrescere le conoscenze di giovani medici, ricercatori e operatori sanitari sui meccanismi alla base degli effetti placebo e nocebo, e fornire quindi indicazioni e riscontri per il loro utilizzo nella pratica clinica
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Aspettando la Notte dei Ricercatori. Scopri il programma!
Aperitivi scientifici, tour guidati, talk e tante altre iniziative dedicate alla ricerca.
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Infarto cardiaco: scoperto un ormone chiave per riparare il cuore
L’incapacità del muscolo cardiaco di rigenerarsi dopo un infarto sarebbe almeno in parte dovuta all’azione di una classe di ormoni steroidei, i glucocorticoidi. Uno studio internazionale guidato dall’Università di Bologna ha mostrato che la loro inibizione produce esiti promettenti nella riparazione del tessuto cardiaco danneggiato
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Malattie croniche: come aiutare i pazienti a seguire i trattamenti farmacologici
Ci stanno pensando oltre cento studiosi di 39 paesi europei nell'ambito del progetto ENABLE: l'obiettivo è trovare soluzioni innovative per aiutare a comprendere e seguire le raccomandazioni terapeutiche per l'assunzione dei farmaci
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COVID-19: il rischio di reinfezione con forme severe resta molto basso anche dopo più di un anno
Meno di 1 paziente su 10.000 ha avuto una forma grave della malattia dopo la guarigione, anche a più di dodici mesi di distanza dal primo contagio: dati che suggeriscono come la protezione che deriva dall’immunità naturale resista a lungo nel tempo
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I vaccini anti COVID-19 hanno un’elevata protezione anche contro la variante Omicron
Anche a distanza di sei mesi dall’ultima somministrazione, il rischio di ospedalizzazione o decesso resta comunque del 70% minore rispetto ai non vaccinati. Lo rivela un’indagine che ha seguito per oltre un anno l’efficacia dei vaccini contro il coronavirus sull’intera popolazione dell’Abruzzo
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Un nuovo possibile target terapeutico per il tumore del colon-retto
Uno studio guidato da ricercatori dell’Università di Bologna ha mostrato per la prima volta il ruolo per lo sviluppo della malattia di un recettore di membrana chiamato AKL: una proteina per la quale sono già disponibili farmaci inibitori