Attività svolte:
I pazienti affetti da neoplasia vescicale e da neoplasia dell’alta via escretrice, spesso devono affrontare un percorso diagnostico-terapeutico complesso, in cui la diagnostica radiologica e istopatologica giocano un ruolo cruciale ed in cui l’approccio terapeutico richiede la stretta collaborazione tra oncologo e urologo. Attualmente, il ruolo della risonanza magnetica e della PET nella stadiazione dei tumori uroteliali è molto dibattuto, così come l’utilizzo di markers genetici nella diagnosi precoce delle forme ad alto rischio. La chemioterapia perioperatoria rappresenta un cardine del trattamento delle forme infiltranti, ma stanno emergendo nuove evidenze circa l’utilizzo dell’immunoterapia e anche l’indicazione alla chirurgia robotica sta trovando sempre più impiego in centri selezionati e ad alto volume. Il Centro Studi e Ricerca multidisciplinare, con cadenza settimanale, discute collegialmente i casi clinici dei pazienti affetti da neoplasia uroteliale con lo scopo di individuare le indagini diagnostiche più indicate per giungere alla corretta stadiazione della malattia, personalizzando la strategia chirurgica e oncologica su ogni paziente.
Obiettivi e finalità:
L’obiettivo primario è quello di classificare i pazienti affetti da neoplasia uroteliale in classi di rischio, adattando il percorso diagnostico-terapeutiche in base alle caratteristiche di ogni singolo paziente. I meeting multidisciplinari settimanali garantiscono al paziente un approccio multimodale alla patologia e rappresentano un importante momento di scambio culturale tra i professionisti coinvolti, favorendo la nascita di studi prospettici e l’accesso alle più innovative strategie terapeutiche. Ne sono esempio lo studio VIRADS sull’utilizzo della risonanza magnetica in stadiazione, il protocollo NIAGARA sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali prima della cistectomia robotica, la collaborazione con altre università italiane per consentire una diagnosi più precoce mediante la ricerca di marcatori genetici.