Nell’ultimo decennio vi è stata una notevole sensibilizzazione nell’affrontare le malattie pancreatiche, neoplastiche e pre-neoplastiche in particolare. Sempre maggiore è stato negli anni il coinvolgimento delle diverse discipline della medicina al fine di migliorare la diagnosi e la terapia di tali patologie: oltre al chirurgo ed al medico internista e/o gastroenterologo, che da sempre si sono interessati di queste patologie, oggi ricoprono un ruolo determinante l’endoscopista, il patologo, il radiologo, l’oncologo, il radioterapista, l’anestesista. Tale evoluzione clinica è andata di pari passo con i costanti progressi nel campo della ricerca scientifica che hanno consentito notevoli sviluppi nel campo tecnologico, ma anche biomolecolare e genetico. In particolare, ad esempio, è stato riportato che alcune mutazioni genetiche possono essere espressione di maggiore o minore aggressività della neoplasia o che rendono la neoplasia più facilmente aggredibile da un farmaco piuttosto che da un altro. La costituzione di veri e propri Centri di Studio e Ricerca sulle Malattie Pancreatiche è oramai divenuta in Italia e fuori dall’Italia una necessità poiché la ricerca scientifica può utilizzare, “sfruttare”, l’esperienza clinica per raggiungere risultati utili alla migliore conoscenza della malattia. Con queste modalità (associazione clinica/ricerca) abbiamo già eseguito alcune ricerche scientifiche sul genoma dell’adenocarcinoma duttale pancreatico e della neoplasia papillare intraduttale mucosecernente che hanno ottenuto i finanziamenti PRIN 2009 e “Giovani Ricercatori” 2013. E’ evidente che, per l’ottenimento del nostro obiettivo, il binomio clinica/ricerca non sia separabile. L’attivazione di un Centro di Studio e di Ricerca sulle Malattie del Pancreas potrebbe avere la finalità, mediante il binomio clinica/ricerca scientifica, di migliorare ulteriormente la conoscenza di tali malattie, favorendo l’aggregazione tra i diversi esperti. Attualmente molteplici professionisti coinvolti nel Collegio Scientifico, eseguono già una serie di ricerche scientifiche e cliniche sulle malattie pancreatiche (esempio: marginazione del pezzo operatorio per l’adenocarcinoma duttale; identificazione delle mutazioni genetiche nell’adenocarcinoma duttale del pancreas e nella neoplasia intraduttale papillare mucosecernente; sorveglianza versus chirurgia nei pazienti affetti da tumore neuroendocrino del pancreas di diametro inferiore ai 2 cm; sorveglianza versus chirurgia del tumore primitivo nei pazienti affetti da tumore neuroendocrino del pancreas metastatico; etc) che con la costituzione di un Centro di Studio e Ricerca potrebbero essere ulteriormente implementate e rese maggiormente visibili, non solo all’interno del nostro Ateneo.
La ricerca scientifica che riteniamo debba essere maggiormente implementata è quella sulle precancerosi. In particolare le alterazioni biomolecolari e genetiche che possono essere identificate semplicemente prelevando una modesta quantità di liquido cistico da una lesione cistica del pancreas possono fornire una serie di informazioni utili ai fini diagnostici e terapeutici. Stabilire, infatti, con buona probabilità, che una determinata lesione cistica possa o non diventare un cancro, può consentire di orientare una corretta strategia terapeutica. Questa ricerca scientifica è solo una di quelle che dimostra come il binomio clinica/ricerca scientifica non possa essere separato.